lunedì 8 ottobre 2012

Pensieri giapponesi



Suzuka è alle spalle, Korea è vicina ed il campionato è riaperto.
Cosa rimane della giornata di ieri?



Rimane impressa la prestazione monstre Red Bull-Vettel, un'accoppiata devastante quando le cose funzionano per il meglio e Vettel può partire in solitaria al comando della gara.
Una Red Bull impressionante, davvero: la facilità di guida mostrata dai piloti sull'impegnativo tracciato di Suzuka è stata quasi aliena; quasi in scioletezza, Vettel stampava giri veloci su giri veloci, senza scomporsi di un millmetro.  Il due volte campione del mondo ha concluso un weekend perfetto in maniera altrettanto perfetta, avvicinando drasticamente Alonso in classifica.
La vedo dura per Ferrari, molto dura.

Rimane impresso il sorriso di Felipe Massa, finalmente felice e finalmente a podio dopo un weekend sempre ad altissimo livello (qualifica a parte).
Davanti si toccano e si buttano fuori, è vero, ma il brasiliano ha condotto una gara impeccabile, sempre veloce e sempre tosto, compiendo alla grande il suo lavoro da secondo pilota.
Se la decisione per il 2013 non è ancora stata presa a Maranello, ora ci sarà un pò da pensare.
Non bastano due-tre gare buone in tre stagioni, è vero, ma Massa sembra essersi decisamente svegliato dopo il lungo periodo di letargo.



Indimenticabile il podio di Kamui Kobayashi, davanti alla sua gente
Super prestazione in qualifica, altrettanto grande in gara, tenendo a bada nel finale un Jenson Button in grande rimonta. Sul podio si scatena, prima le solite dichiarazioni di rito in inglese, poi Kobayashi si trasforma in un'animatore di folle, facendo impazzire le migliaia di tifosi presenti con incomprensibili frasi in giapponese.

Chissà cosa avrà detto? Magari che merita un posto per il 2013.



Poi ci sono gli sconfitti, gli eroi caduti sul campo di battaglia. Uno di questi è Fernando Alonso, i cui sogni iridati si incrinano dopo una toccata quasi impercettibile con l'ala anteriore di Kimi Raikkonen che lo manda per campi, costringendolo al ritiro. Una Lotus a Spa, ancora una Lotus in Giappone, le vetture nero-oro sono stregate per l'asturiano.
Alonso si lecca le ferite, mentre Vettel va a vincere il Gran Premio in tutta tranquillità, portandosi a - 4.
Sarà dura contrastare l'avanzata Red Bull, sviluppo Ferrari permettendo ovviamente.



Non mancano coloro che, al grido di "ancora una volta poi smetto" continuano a rovinare le partenze altrui, causando caos e distruzione al via. E' il caso di Romain Grosjean, protagonista anche oggi di uno speronamento in grande stile. Vittima di oggi, Mark Webber. Grosjean, mentre tiene d'occhio Perez all'esterno, si scorda completamente della Red Bull di fronte a lui, arrivando a velocità doppia sul retrotreno australiano.

Dietro è il caos, con vetture che arrivano lunghe, gruppo che si comprime e altri contatti, tutto per merito del francese. Inomma, Grosjean sta superando il limite e sta rischiando seriamente in ottica 2013, nonostante un'ottima velocità su giro secco che lo porta a battere quasi regolarmente un certo Kimi Raikkonen in qualifica.  Ma i punti, quelli importanti, li si fanno alla domenica.



Poi ci sono le questioni di onore: il duello Perez-Hamilton è stato simbolico.
Prima il messicano infila l'anglo caraibico distratto all'entrata del tornantino, pensando probabilmente dietro la visiera: "Ecco, sono io il tuo successore!".
Primo valzer dei pit stop, Perez si trova nuovamente dietro all'inglese ed è di nuovo vicino al tornante.
Lui ci riprova, stavolta all'esterno, dove non c'è spazio. La Sauber si scompone, si intraversa, finisce nel ghiaione.
Ed Hamilton se la ride.



Insomma, la gara di Suzuka ha regalato diversi spunti, sebbene non sia stata esaltante dal punto di vista dello spettacolo.
Un GP che potrebbe rivelarsi decisivo in ottica mondiale, con Fernando Alonso che cede clamorosamente all'avanzata tedesca.

Ed ora si va in Korea, nuovo tilkodromo che sfigura se confrontato alla bellezza di Suzuka, circuito dove Red Bull dovrebbe ribadire il concetto di superiorità visto in Giappone.
Ma l'imprevisto è sempre dietro all'angolo.

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