giovedì 11 ottobre 2012

Una cena koreana




Ad una prima occhiata non sembrerebbero neppure loro.
Eppure eccoli lì  i 24 piloti del mondiale F1, comodamente seduti a tavola per cena, mentre chiacchierano e scherzano rilassati, sereni,umani.



E' proprio il lato umano quello che talvolta, all'apparenza, sembra mancare in F1.  Piloti sempre entro gli schemi, rigidi nei loro comportamenti, ligi nell'attenersi alle restrizioni degli sponsor e delle televisioni, salvo rare eccezioni.

E' per questo che proviamo tanta emozione quando assistiamo a situazioni che tendono ad uscire fuori dagli schemi; come non ricordare il trionfo di Fernando Alonso in terra valenciana, alla sua gara di casa. Una gara decisamente spettacolare, certo, ma è stata la celebrazione il punto in assoluto più epico. Alonso impugna la bandiera spagnola, scende dalla macchina davanti alla tribuna più gremita e incomincia a festeggiare con i tifosi, saltando su e giù al ritmo dei cori lanciati in suo onore.

Tutta la cerimonia slitta, i rigidi agenti FIA aspettano invano l'arrivo dell'asturiano, mentre Schumacher e Webber sono già lì, pronti a salire sul podio.
Poi Alonso arriva, è il tripudio, sale in fretta e balza sul podio, di nuovo commosso di fronte al calore della sua gente.




Anche a Suzuka l'umanità di Kobayashi ha conquistato il tifo giapponese.
Dopo una gara condotta da vero top driver, riesce ad agguantare il podio in difesa dall'arrembante Jenson Button. Già nel giro di rientro il pubblico impazzisce per il samurai, che sul podio da vita ad un vero e proprio mini-show, improvvisandosi animatore di folle ed esaltando i cento e passa mila tifosi con mirabolanti esclamazioni in giapponese.
Le interviste sul podio, introdotte da Silverstone,  permettono ora ai piloti di relazionarsi direttamente con il pubblico, piuttosto che in un buio stanzino e con soli giornalisti, bevendo succo di frutta.
A parer mio, una ventata d'aria fresca quantomai necessaria.







Ma torniamo alla tavola con quei 24 ragazzoni in relax, dopo una buona mangiata. Amici forse, solo per una sera.


Da domani si torna al lavoro, ognuno con i propri obiettivi, ognuno con i propri problemi, nuovamente avversari in pista.


La dimensione umana, però, continua ad emozionare... più della fredda avanzata tecnologica.

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