venerdì 28 settembre 2012

Ferrari: adios Sergio Perez



Una bomba ha scosso il circus questa mattina.
Sergio Perez sarà un pilota McLaren nel 2013.
Un matrimonio vociferato da molti ma mai preso troppo sul serio perchè si sa, tra il dire e il fare c'è sempre di mezzo un vasto oceano di dubbi e timori.



Fermo punto di riferimento nel programma dei giovani piloti Ferrari, Sergio Perez ora si allontana sempre più dall'orbita rossa, approdando in un team blasonato come McLaren dove credo resterà per molto tempo.
Un'operazione che ha il sapore del fallimento per Ferrari.
"Giovane troppo inesperto", "non ancora pronto per il grande salto", "avrà tempo di crescere". Tutto bene, tutto giusto ma intanto McLaren se lo è portato a casa, mentre a Maranello si è ancora impegnati a rimuginare sul futuro del brasiliano.

Sergio Perez ha 22 anni. Hamilton ne aveva altrettanti quando comandava il mondiale 2007, nel suo primo anno nella scuderia di Woking. Vettel ne aveva 21 all'approdo in Red Bull. Giovani? Indubbiamente, ma anche tremendamente veloci.
Perez ha ottenuto tre podi fino ad ora in questo 2012: il primo sotto il diluvio in Malesia, dimostrando grande capacità di controllo nelle condizioni più difficili. Altra capatina sul gradino più basso del podio a Montreal, beffando proprio Alonso nel finale di gara. Secondo posto a Monza, dopo una rimonta stratosferica favorita da una Sauber molto gentile con le gomme, sverniciando prima Massa e Alonso poi.


Non fraintendetemi, non ho niente contro Felipe Massa che ritengo un buonissimo pilota quando ha la lampadina accesa.
Vedi la rabbiosa rimonta a Singapore; una complicatissima scalata fino alla zona punti dopo aver rimediato una foratura nelle concitate fasi di partenza. Passo da prime posizioni, remuntada completata con un sorpasso da brivido sul compaesano Bruno Senna, recuperando in extremis una Ferrari partita ormai in pendolo verso le barriere.

Il problema, tipico dei brasiliani (vedi anche Barrichello), è il fatto di aver bisogno di sentirsi completamente al centro delle attenzioni della squadra. Massa, non è un caso, ha raggiunto l'apice della forma nell'annata 2008, stagione in cui uno svogliato Kimi Raikkonen non trasmetteva più le giuste indicazioni al team. Lo sappiamo, Kimi non è un grossissimo comunicatore; Massa si è trovato allora completamente al centro dell'interesse Ferrari ed è lì che ha dato il massimo, sfiorando il titolo mondiale.



Il problema ha le fattezze asturiane di Fernando Alonso.
Pilota verace, sanguigno, sempre capace di estrarre il 120 percento dalla vettura anche quando il distacco dai primi incomincia a farsi preoccupante. Un pilota completo Fernando, non per niente definito da molti come il migliore dell'attuale generazione.
Velocità sì, ma anche concretezza. Senza le sue prestazioni costanti la Ferrari si troverebbe a lottare con squadre di centro classifica se si considera l'attuale posizione in classifica di Felipe Massa.

La domanda sorge allora spontanea: può questo Felipe Massa dare un grosso contributo (grosso eh), per portare la Ferrari alla vittoria del costruttori nel 2013?
Vale più un Massa solo a tratti incisivo o un Perez magari incostante inizialmente, ma dalle prospettive più rosee? Esperienza o talento?

Queste le domande che passavano per la mente dei dirigenti Ferrari mentre lui, "Checo" Perez, veniva convocato a Woking per dare vita ad un nuovo corso.
Perez è ormai lontano e chissà per quanti anni lo sarà ancora, ora che dovrà raccogliere il testimone di un Hamilton in cerca di nuovi stimoli, anch'egli lontano dall'ambiente che lo ha cresciuto fin dai primi anni della carriera.
Un'occasione sprecata a Maranello, forse, un diamante grezzo passato ora nelle file "nemiche".

E intanto in Ferrari si pensa...

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